Cognitivo – Interpersonale


All’inizio della mia carriera di psichiatra ebbi la fortuna di incontrare Vittorio F. Guidano e di accedere ad un training formativo per psicoterapeuti, condotto da Guidano stesso. Sicuramente Vittorio Guidano fu un genio e sicuramente questo Manuale rappresenta lo sforzo di un nano che tenta di salire sulle spalle del gigante, nella speranza di vedere fin dove il gigante stesso vede e, se possibile, di vedere dalle spalle del gigante persino qualche millimetro in più. Il gigante, non c’è dubbio, è Guidano; il nano rappresenta tutti noi che abbiamo lavorato a questo Manuale. La scommessa è: riusciremo a vedere qualche millimetro più in là del gigante?

Alcuni anni fa ebbi l’idea di coniugare la straordinaria opera svolta da Guidano con il contributo di Lorna S. Benjamin e di altri autori dell’area interpersonale. Fondai, con la collaborazione di alcuni colleghi, l’ARPCI, un’associazione per la ricerca in Psicoterapia Cognitivo – Interpersonale. Nasceva così l’approccio Cognitivo – Interpersonale e il MIUR riconosceva una Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva con l’integrazione del contributo di autori dell’area interpersonale. Questa prima scuola era promossa dall’ARPCI.
Intanto intorno all’ARPCI si raccoglieva un ampio gruppo di docenti e di studenti, che confluivano nell’ Istituto di Terapia Cognitivo – Interpersonale. Questo Manuale è il frutto dei primi 5 anni di vita dell’Istituto. Nel frattempo un’altra associazione, la FEDERPSI, presieduta dalla Dott.ssa Maria Beatrice Toro, chiedeva al MIUR di essere autorizzata ad aprire una Scuola di Specializzazione secondo il modello Cognitivo – Interpersonale che avevo elaborato. Il 2 agosto 2007 la Gazzetta Ufficiale riportava il decreto di riconoscimento della Scuola di Psicoterapia Cognitivo – Interpersonale (SCINT) e della FEDERPSI ( www.cognitivo-interpersonale.it ), premiando così la ricerca di integrazione svolta in questi anni. 

Pertanto è con grande soddisfazione, ma anche con la consapevolezza dei limiti della ricerca sinora svolta, che presento l’opera di decine di colleghi che hanno creduto e credono nell’ Istituto di Terapia Cognitivo – Interpersonale. Sono sicuro che tra qualche anno il nostro balbettio iniziale potrà lasciare spazio a risultati più coerenti e più significativi.

Tonino Cantelmi
Presidente dell’ Istitituto di Terapia Cognitivo – Interpersonale


Manuale di psicoterapia cognitivo-interpersonale. Prospettive di integrazione. II edizione 2019

“Il nostro è un cognitivismo post-razionalista. Con Questo termine Guidano intendeva afffermare una nuova concezione della conoscenza, non più intesa come il risultato dell’attività cognitiva della mente, ma costruita dalla mente stessa sulla base dell’esperienza emozionale. L’elaborazione logica e razionale si attiverebbe a partire da una matrice fatta di sensazioni ed azioni e strutturerebbe convinzioni e pensieri, significati e spiegazioni, funzionalmente coerenti con l’esperienza emotiva. Fino ad allora sia l’approccio comportamentale che quello cognitivista si erano fondati sull’assunto che la conoscenza fosse la rappresentazione di un ordine oggettivo e univoco esistente indipendentemente dal nostro <<essere nel mondo>>.  Il post-razionalista indica il superamento della posizione razionalista con la presa di distanza dalla possibilità di definire una realtà esterna, unica e stabile, capace di rivelarsi alla ragione e alla logica, come conoscenza oggettiva, indipendente dal soggetto che ne fa esperienza.” 

“Secondo quest’ottica si considera primariamente la persona come portatore di significati organizzati, suscitati, ma non determinati, dal mondo reale, che costituiscono la dimensione alla quale l’individuo attribuisce valore di verità.
Il nostro modello è inoltre costruttivista, perchè si allontana dall’idea che la mente sia specchio della realtà e che l’individuo sia una puntiforme e trasparente coscienza autoconsapevole, con rappresentazioni chiare e distinte della realtà, ma lo pensa, piuttosto, come il frutto di un processo di interpretazione del reale in continuo divenire, che affonda le sue radici in una necessità di coerenza e continuità incessantemente ricostruite dalla persona che, in questo senso, è concepibile come un generatore continuo di significati e di conoscenza. La conoscenza stessa, è da noi vista come un insieme di relazioni, segni e significati, dentro i quali il soggetto si trova già da sempre immerso, [….] e che continuamente riordina, ricostruisce, tenta di rendere coerente, perchè possa essere, per sé, un patrimonio intelligibile, funzionale a un buon adattamento e, altresì, comunicabile agli altri.
[…] L’aggettivo “interpersonale” completa l’inquadramento della teoria, e si riferisce al fatto che l’individuo viene concepito come un polo relazionale che incontra gli altri e i significati di cui si fanno portatori; nell’interazione con loro, amplia e riorganizza il suo sistema di rappresentazioni cercando la coerenza fra i diversi mondi di segni che di volta in volta lo coinvolgono.
Questo continuo processo di incontro e comunicazione con i propri simili, trasforma la persona e si costituisce come il fondamento  della sua identità e del suo sviluppo.”

Manuale di Psicoterapia Cognitivo – Interpersonale – “Mente, trascendenza, verità in un’ottica cognitivo – interpersonale” di Maria Beatrice Toro e Andrea Tamburrini – Cap.VII –  pp. 165-166. Ed. Alpes