Fonte: il delfino on line n.2 aprile 2012
I siti Internet che si occupano di gioco d’azzardo sono in straordinario incremento e permettono guadagni elevati. La chiave di questo successo è semplice: rispetto ai casinò tradizionali richiedono meno costi, non necessitano di macchinari e di strumentazioni particolari e non hanno bisogno di personale. Nonostante questo, i casinò online riescono a offrire le stesse possibilità di gioco dei casinò tradizionali e, sebbene la spesa per accedere ad un casinò virtuale sia relativamente bassa, i profitti sono notevolmente alti.
Il gioco d’azzardo patologico è stato riconosciuto per la prima volta come disturbo mentale nel 1980, con la sua introduzione nel DSM-III all’interno dei Disturbi del Controllo degli Impulsi. Sebbene la maggior parte delle persone sembrano essere in grado di giocare responsabilmente, viene stimato che circa il 3% della popolazione lotta contro la dipendenza da gioco. Il primo casinò online, InterCasinò, è stato aperto nel 1996. All’epoca erano disponibili 18 giochi. Ora ci sono migliaia di siti Internet che promuovono il gioco d’azzardo e nuove forme di gioco appaiono quotidianamente. Non ci sono regolamentazioni ufficiali che disciplinino i casinò online e, così, i giocatori lo fanno a loro rischio e pericolo.
Qualche dato:
• Il gioco d’azzardo online è un’attività comune per gli adolescenti e i giovani adulti.
• Le ricerche suggeriscono che i giovani uomini sono i più propensi a giocare d’azzardo online.
• Il primo sito per il Bingo è stato creato nel 1998.
• Il primo sito di poker online (PlanetPoker) ha iniziato l’attività nel 1998.
• Il guadagno totale dei casinò online è difficile da valutare ma, secondo una stima, sarebbe stato di circa 12 miliardi di dollari nel 2005 e di 15,2 miliardi di dollari nel 2006. Nel 2010 sono state di 29,3 miliardi e la previsione per il 2014 è di 40 miliardi di dollari.
• Circa un giocatore su 5 è a rischio di dipendenza.
• Circa il 4% degli adolescenti ha un problema con il gioco d’azzardo online.
In Italia
L’attività del gioco d’azzardo è la terza industria in Italia dopo Eni e Fiat. Ma a parte questo dato, ciò che preoccupa è che il nostro Paese è ai primissimi posti a livello mondiale per quanto riguarda la spesa pro-capite: da 500 euro all’anno a persona nel 2004, ad oltre 790 euro nel 2008, con un fatturato globale di circa 47,5 miliardi di euro. In alcune regioni d’Italia, le famiglie arrivano addirittura a “giocarsi” il 6,5% del proprio reddito complessivo. Tra l’altro sembra che chi gioca di più siano proprio gli indigenti, con ulteriore aggravio della propria situazione economica. Secondo i dati, infatti, investe di più in questa direzione chi ha un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. Risulta perciò evidente come a fronte di un’importante contrazione dei consumi conseguente ad una crisi finanziaria senza precedenti, aumenti la voglia di giocare sperando nel colpo di fortuna. Da un punto di vista psicologico, infatti, è necessario sottolineare che la possibilità del “colpo di fortuna” rappresenta per chi è in difficoltà la possibilità di proiettarsi in un futuro. D’altra parte, l’Amministrazione dei Monopoli di Stato nel solo anno 2007 ha investito nella campagna marketing ben 21 milioni di euro. In pratica, la spesa in Italia per il gioco d’azzardo legalizzato è passata perciò dai 14 miliardi di euro nel 2000, ai 18 del 2002, ai 23 nel 2004, ai 28 nel 2005, ai 35 miliardi di euro nel 2006, ai 42 nel 2007, agli oltre 47,5 miliardi del 2008. Una considerazione che va fatta è che il trend di crescita del gioco autorizzato nel nostro Paese è evidentemente attribuibile anche agli effetti delle manovre economiche. In effetti, bisogna ricordare che ogni anno, da molti anni a questa parte, lo Stato ha sempre introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico (e quindi autorizzato). Di fatto, dobbiamo ricordare che si è passati dalle tre occasioni di gioco autorizzato alla settimana (anni ‘90: totocalcio, lotto e scommesse ippiche), alle continue occasioni di gioco attuali (win-for-life, gratta e vinci, sale bingo, slot-machines con più di 200.000 apparecchi diffusi in tutto il territorio nazionale, sale scommesse, poker on-line e così via).
E purtroppo sono in crescita anche gli adolescenti che si indebitano per giocare, con una cifra che varia dai 300 ai 600 euro a persona. In particolare, la media nazionale dei ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 24 anni che hanno giocato al videopoker e slot machines è del 46%: in pratica quasi la metà dei giovani in questa fascia d’età. Il problema è che spesso, per ripagare gli usurai che prestano loro i soldi, i ragazzi finiscono per svolgere attività quali spaccio di droga presso i propri amici ed altre attività illecite, spesso coinvolgendo o portando sul lastrico le famiglie di provenienza.
Consulta l’articolo completo in pdf