Fonte: Terre Marsicane del 30 ottobre 2013 – Nel corso del convegno organizzato dal Il Centro Antiviolenza della Croce Rossa Italiana di Avezzano sono stati trattati argomenti importanti e sensibili. Il Prof Tonino Cantelmi – psichiatra – dichiara: “Questa è un’epoca straordinaria, con una tecnologia di avanguardia, condividiamo tutto su FB, e su qualche altro social network ma fondamentalmente siamo più soli. In questa solitudine albergano tante nostre insicurezze. Direi che bisogna ricostruire la possibilità di stare insieme, incontrarsi parlare reciprocamente, questo per avere un antidoto contro la violenza. I genitori di oggi sono genitori piuttosto buoni, accudenti, affettuosi, ma incapaci di fare i genitori, di trasmettere il senso della vita. La violenza tra bambini, il bullismo è una delle violenze più crudeli, ed è l’interrogativo che ci stiamo ponendo, come mai tanti bambini aggrediscono altri bambini, come adulti dobbiamo avere la capacità di captare questo fenomeno e di intervenire”.
Avezzano – Il Centro Antiviolenza della Croce Rossa Italiana di Avezzano, grazie al coordinamento della dott.ssa Annamaria Morgante, ha organizzato il 2° convegno dibattito sulla tematica che da giorni imperversa, indistintamente su tutte le testate giornalistiche, nazionali e locali: la violenza.
Alla ribalta di cronaca tanti omicidi le cui vittime sono prevalentemente donne. Madri, figlie, sorelle, e poco importa se di diversa etnia o prostitute, donne. Per molti, forse in base alla statistica ricercata in web, questo non è molto rilevante in quanto il numero di omicidi che vedono coinvolti gli uomini sono di gran lunga superiori. Forse però non viene ricordato che gli uomini spesso si ammazzano tra di loro per sporco interesse, droga, regolamento di conti, appartenenza alla malavita organizzata o per la propria supremazia sul branco.
La donna viene uccisa per un subdolo potere di supremazia e senso di proprietà che manifesta palesemente la repressione dell’uomo. Per fortuna se ne parla, e se ne deve parlare, come è avvenuto nella platea del Teatro dei Marsi, se ne parla ai giovani, che sono coloro i quali diventeranno gli uomini e le donne di domani, e -ancora per fortuna- vogliono capire cosa vuol dire violenza, e come proteggersi nell’eventualità di subirla. Non per questo viene effettuata una manipolazione su di loro. Manipolazione del giovane è da parte di quei genitori, vedi il caso di bullismo ultimamente accaduto tra ragazzini che hanno pesantemente malmenato un coetaneo portatore di handicap, che alla punizione inflitta ai propri figli, hanno tranquillamente dichiarato ” Eccessiva punizione, una ragazzata”. Genitori permissivi e superficiali. Meglio sapere che ignorare.
Come detto sopra, una platea piena dei giovani studenti degli Istituti Superiori di Avezzano. Discorsi di relatori altamente professionali che hanno saputo porgere con semplicità i dati scientifici e le spiegazioni inerenti alle tematiche el convegno.
La Prof.ssa Maria Teresa Letta Vice-Presidente Nazionale della CRI , ha dato il saluto ai presenti ad inizio dei lavori, ma ha sentitamente ringraziato, alla fine, i giovanissimi per la loro partecipazione. Non altrettanto entusiasta lo è stata, in sede privata, con i 33 sindaci della Marsica da lei invitati e mai arrivati. Delusione per la mancanza soprattutto del Sindaco Testa di Tagliacozzo. Apprezzamento comunque verso il sindaco di Avezzano che quanto meno ha inviato, in sua rappresentanza, Gianfranco Gallese.
Argomenti importanti e sensibili.
Il Prof Tonino Cantelmi -psichiatra e psicoterapeuta-direttore SCINT e IFO Roma dichiara: “Questa è un’epoca straordinaria, con una tecnologia di avanguardia, condividiamo tutto su FB, e su qualche altro social network ma fondamentalmente siamo più soli. In questa solitudine albergano tante nostre insicurezze. Direi che bisogna ricostruire la possibilità di stare insieme, incontrarsi parlare reciprocamente, questo per avere un antidoto contro la violenza. I genitori di oggi sono genitori piuttosto buoni, accudenti, affettuosi, ma incapaci di fare i genitori, di trasmettere il senso della vita. La violenza tra bambini, il bullismo è una delle violenze più crudeli, ed è l’interrogativo che ci stiamo ponendo, come mai tanti bambini aggrediscono altri bambini, come adulti dobbiamo avere la capacità di captare questo fenomeno e di intervenire.
La dott.ssa Michela Pensavalli -psicologa e psicoterapeuta-coordinatrice ITCI sottolinea: “Le dipendenze affettive come tossicodipendenza? In alcuni casi sì, si verifica quando una persona tende a sbilanciarsi personalmente a carico della sua vita e a suo danno, si disconnette dai propri bisogni, dalle proprie pulsioni, è incapace di riconoscere i sentimenti personali a livello di sentimenti vissuti nella coppia, allora possiamo parlare di amore patologico, cuore dipendente. I dipendenti affettivi sono persone che si escludono progressivamente da una vita sociale ed anche dalla vita familiare, sono persone che presentano sintomi anche di ansia, di angoscia, di depressione e quindi sul piano esponenziale si impoveriscono sempre di più. Sono persone che hanno un investimento grandioso ed esagerato nella relazione di coppia, che vivono questa con un vissuto di grande fusionalità, simbiosi e quindi morbosità. Sono persone che rappresentano il rapporto a due come unica fonte di benessere escludendo qualsiasi altro tipo di relazione fruttifera nella loro vita. Il sentimento ed il vissuto dell’idea ossessiva è qualcosa che va molto in sintonia con il concetto di amore, e di dedizione totale all’altro, i dipendenti affettivi si autogiustificano dicendo che è un amare, che però è un amare grande, completo e si nascondono dietro questa illusione per mascherare una condotta che è assolutamente patogena, chi è accanto a loro ha una visione maggiore dei comportamenti ossessivi e quindi può appoggiare la persona dipendente a chiedere un consulto ed un aiuto.
La Dott.ssa Maria Monteleone -Procuratore aggiunto della della Repubblica di Roma- durante il suo intervento ha sottolineato che si giunge a commettere reato non solo per la mancanza di amore, ma anche per mancanza di amicizia questa la spiegazione: “Purtroppo in questi ultimi anni si è assistito sempre di più al coinvolgimento dei minori nei processi penali, minori molto spesso come autori dei reati, ma anche come vittime, soprattutto come vittime, di comportamenti criminosi molto spesso commessi e condotti nell’interno della famiglia e talvolta anche nei rapporti all’interno delle scuole, delle palestre, e con i loro coetanei. In merito alle novità all’interno della legge 119 da parte del legislatore, questi i punti innovativi: “I più importanti sono quelli che mirano a tutelare in maniera concreta la vittima di determinate tipologie criminose, mi riferiscono per esempio alla novità importantissima secondo la quale nell’ipotesi in cui si debba procedere, non solo ad applicare una misura cautelare nei confronti dell’autore di violenza ma anche a modificare o revocare le misure cautelari applicate, la vittima deve avere la possibilità di interloquire, la vittima ed il suo difensore possono rappresentare al giudice eventuali esigenze contrarie e possono ovviamente essere ascoltate e sentite di modo che, il giudice possa tenere conto delle esigenze della vittima nel momento in cui dovesse valutare la necessità o l’opportunità di modificare le misure cautelari. Mi permetto di dire che probabilmente se questa norma fosse esistita nel mese di giugno o luglio,, il pedofilo, nei confronti del quale è stata revocata la misura, non avrbbe mai potuto liberamente scegliere di andare ad abitare nel piano superiore a quello della piccola vittima, cosi come ora fa.
l’ Avv. Giancarlo Paris – consulente legale della FIGC e Vice Presidente Associazione “Giuristi Cattolici” espone il concetto di famiglia “Il concetto di famiglia è problematico da indentificare in questa nostra epoca. Alla famiglia tradizionale alla certificazione di stato civile, o con funzione religiosa, si sostituiscono altre forme, come il concetto di convivenza, ormai abbastanza consolidato. Un esempio finalizzato alla difficoltà procedurale è con la rappresentazione di una cassetta della frutta. Essa è lì davanti ed ognuno quando ha necessità, preleva il frutto che ritiene di prendere in quel momento, collegando così alla norma giuridica che sposa il caso concreto e viceversa; quindi se si compie un reato al reato corrisponde una norma, pertanto sembrerebbe semplice prendere la norma che va a individuare quel reato e dare la sanzione conseguente, invece non sempre è così quando questa norma riguarda l’ambito familiare. Le situazioni sono più complesse e di difficile indentificazione proprio perchè sono complessi i problemi all’interno della famiglia, e la norma che si può pensare di applicare, ad esempio sulla violenza, va studiata in ordine alla sociologia e quindi all’aspetto interiore del rapporto tra famiglia ed individuo, quale componente della famiglia, ma anche tra famiglia, individuo e società. L’interpretazione della norma sarà molto più difficile che non l’apprensione sic et sempliciter della norma. L’effetto famiglia spugna fa riferimento al fatto che c’è interessenza tra la famiglia e la società esterna. La famiglia ha la capacità di prendere i segnali dati dalla società ed interiorizzarli per poi proiettarli con tranquillità all’esterno, tutto quello che c’è di buono, mentre quando questo non avviene, e se tutti i segnali, maggiormente quelli deleteri, vengono presi dai componenti del nucleo, o da uno o da più di essi, e vengono interiorizzati nella famiglia, diventano una zavorra, un peso che può determinare un assorbimento eccessivo. La famiglia recepisce le varie problematiche, le involve e quindi si determina un trauma con la dissoluzione del rapporto.
Il tenente CC Racis Francesca Lauria, ha dettagliatamente puntualizzato le problematiche dello stalking, e come difendersi dallo stalker, non reagendo alla perseguzione. Ha fornito inoltre il numero di utilità della Presidenza del Consiglio a cui rivolgersi per trovare il centro di ascolto più vicino: il 1522.
Emozionante il momento artistico offerto dagli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi Etoile su coreografie di Gerardo Porcelluzzi, 1° ballerino del Teatro dell’Opera di Roma