Fonte: Newsletter Psicologia del 26 maggio 2015 – Agenzia stampa Dire del 26/05/2015 – La Newsletter Psicologia del 26/05/2015 di Dire.it è dedicata alle nuove e vecchie dipendenze, raccoglie molti articoli interessanti e tra questi anche quello del Prof. Tonino Cantelmi dal titolo Tecnomediazione della relazione nella postmodernità liquida.
Articolo di Cantelmi, docente Pontificia Università Gregoriana
(DIRE – Notiziario Psicologia) Roma, 26 mag. – Molti osservatori hanno evidenziato come l’inizio del III millennio sia stato contrassegnato dalla più straordinaria ed epocale crisi della relazione interpersonale. Cosa ha determinato la crisi della relazione interpersonale? In fondo la tecnologia digitale ne è la risposta e forse anche una concausa, come se, in una sorta di causalità circolare, l’esplodere della rivoluzione digitale avesse intercettato una crisi della relazione in parte già esistente e al tempo stesso ne avesse accelerato drammaticamente lo sviluppo. Tuttavia sostengo che alla base della crisi della relazione interpersonale ci siano almeno tre fenomeni, essi stessi amplificati a dismisura dalla inarrestabile rivoluzione digitale.
I tre fenomeni sono i seguenti: – l’incremento del tema narcisistico nelle società postmoderne (di cui gli innamoramenti in chat e le amicizia in facebook sembrano essere i corrispettivi telematici), sostenuto da una civiltà dell’immagine senza precedenti nella storia dell’umanità; – il fenomeno del sensation seeking, caratterizzato da una sorta di ricerca di emozioni, anche estreme, capace di parcellizzare e scomporre l’esperienza interumana facendola coincidere con l’emozione stessa (è come se tutta la relazione interpersonale coincidesse con l’emozione); – il tema dell’ambiguità, cioè la rinuncia all’identità e al ruolo in favore di una assoluta fluidità dell’identità stessa e dei ruoli, con la conseguente rinuncia alla responsabilità della relazione ed alle sue caratteristiche generative.
Il trionfo dell’ambiguità e della fluidità dell’identità impedisce una stabile assunzione di identità (esserci), che a sua volta si riflette nella instabilità della relazione (esserci con), la quale infine mina profondamente le possibilità generative e progettuali della relazione stessa (esserci per).
Questi fenomeni, unitamente al tema della “velocità”, sono alla base della profonda crisi della relazione interpersonale, che sempre più acquista modalità “liquide”, indefinite, instabili e provvisorie. In questo senso la tecnomediazione della relazione (chat, blog, sms, social network) offre all’uomo del III millennio una risposta formidabile e affascinante: alla relazione si sostituisce la “connessione”, che costituisce la nuova privilegiata forma di relazione interpersonale. E’ fluida, consente espressioni narcisistiche di sé, esalta l'”emotivismo”, è provvisoria, liquida e senza garanzie di durata, è ambigua e indefinita: la connessione (cioè l’insieme della tecnomediazione della relazione grazie alla tecnologia digitale) è dunque la più straordinaria ed efficace forma di relazione per l’uomo “liquido”.