Il prof. Tonino Cantelmi e il dott. Emiliano Lambiase dell’ITCI propongono un articolo che raccoglie importanti considerazioni scientifiche circa gli effetti che l’evento Covid19 può avere sulla salute mentale, sia nella popolazione generale che negli operatori sanitari.
Gli studi esaminati evidenziano che le restrizioni sociali e l’emergenza medica possono comportare conseguenze negative a livello psicologico, in particolare disturbi post-traumatici da stress, confusione e rabbia. Dalle considerazioni emerge che è necessario fornire tempestivamente supporto psicosociale, per questo l’ITCI ha attivato un servizio di aiuto attraverso videochiamata per due gruppi particolarmente esposti al rischio traumatico: i cappellani ospedalieri impegnati nell’assistenza di pazienti COVID-19 ospedalizzati e i pazienti COVID-19 positivi in quarantene afferenti a due ASL romane.
Introduzione
A milioni di persone intutto il mondo è stato imposto di adottare comportamenti di distanziamento sociale e di isolamento, al fine di rallentare la diffusione dell’infezione da COVID-19 e di proteggere sé stesse. Secondo tutti gli osservatori è la prima volta che l’umanità vive una situazione dovuta alla straordinaria rapidità della diffusione nel mondo dell’infezione da coronavirus, merito della globalizzazione e della maggiore facilità e rapidità con la quale ci si può spostare quasi ovunque. Gli elementi con potenziale psicopatologico sono molteplici: l’effetto traumatico dell’evento, caratterizzato da fenomenologie sintomatiche gravi e letali, soprattutto per la popolazione più fragile; il carico di preoccupazione e paure generate sia dalla possibilità del contagio, sia dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia; il potenziale effetto psicolesivo delle restrizioni della libertà conseguenti alle misure di distanziamento sociale ed isolamento adottate dalle autorità. Recentemente, Brooks e colleghi (2020) hanno pubblicato una rassegna nella quale hanno analizzato situazioni simili vissute negli ultimi decenni a seguito di SARS, Ebola, influenza H1N1 o MERS. La maggior parte degli studi esaminati ha riportato effetti psicologici negativi, tra cui disturbi post-traumatici da stress, confusione e rabbia. I fattori predisponenti per lo sviluppo dei sintomi includevano: durata delle misure di isolamento, paura di contrarre l’infezione, frustrazione, noia, forniture inadeguate di beni essenziali (es. cibo) o necessari (es. farmaci o strumenti medici), informazioni inadeguate, perdite finanziarie e stigmatizzazione dei contagiati.